domenica 4 settembre 2011

FESTA della GUARDIA 2011

La novena.
La Festa della Madonna della Guardia è stata preceduta da una intensa novena guidata dal Rettore del Santuario, Mons. Marco Granara, che, articolata in Lodi, Messa e Rosario quotidiani, ha avuto il suo momento centrale nelle consuete riflessioni-dialogo del pomeriggio sotto agli alberi, dedicate quest’anno alla figura di Maria e del Santo del giorno, sulla base di un decalogo che metteva in evidenza le più importanti questioni di attualità, come la questione educativa, la vita politica, l’emigrazione. Il messaggio era quello stesso che Maria aveva rivolto nel momento dell’Apparizione a Benedetto Pareto: costruire con Lei coscienze, famiglie, comunità civile e religiosa. Questo percorso è stato affidato alla preghiera e alla penitenza delle Monache di clausura della Diocesi e a quanti sono impediti, dalla salute o da altri guai, a salire al Santuario.
La Messa della Vigilia.
Al termine della processione che – in una serata limpida e soleggiata, che lasciava chiaramente intravedere in lontananza il mare e l’intera Città – si è snodata per quattro chilometri dalle Acque minerali fino al Santuario e a cui hanno partecipato numerosi fedeli e alcune autorità, il Card. Bagnasco, ormai fattosi buio, ha presieduto la Messa della Vigilia, concelebrata dal Vescovo Ausiliare, Mons. Luigi Palletti, e da molti sacerdoti. Durante le Messe di questi giorni solenni, le omelie del Cardinale sono state legale da un unico filo conduttore, pur considerato in suoi diversi aspetti: il difficile tema dell’emergenza educativa. Il Card. Bagnasco lo ha affrontato sempre con molta serenità, con voce calma e decisa, ma la gravità e l’urgenza del problema, spesso messo in rilievo anche da Papa Benedetto XVI e al centro dell’impegno pastorale dei Vescovi italiani per il decennio 2010-2020, non hanno potuto nascondere le sue preoccupazioni di Pastore, anche come Presidente della CEI. Nell’omelia della Vigilia, l’emergenza educativa ha condotto il Cardinale a trattare della famiglia quale grembo e scuola di vita. Si è domandato, anzitutto, il Card. Bagnasco: “ A chi tocca questo affascinante e impegnativo compito? “. E pronta è stata la risposta: “ In primissimo luogo ai genitori: da che mondo, sono loro i primi e insostituibili educatori dei figli per diritto naturale “. Ma il Card. Bagnasco è andato ancora più in là, affrontando i rapporti tra Stato e Chiesa nello svolgimento di questo “ non facile compito “: “ La Chiesa e lo Stato devono affiancarsi ma non sostituirsi in questo diritto-dovere insito nella generazione stessa “. L’emergenza educativa richiama, infatti, la famiglia a far emergere il suo aspetto genetico in senso lato: essa è chiamata a generare, a dar vita, non solo nel senso biologico, ma, più compiutamente, nel senso della formazione di una nuova persona umana. Ha affermato il Card. Bagnasco: “ Sì, perché concepire e dare alla luce una vita è un miracolo di Dio, al quale ai genitori è dato di partecipare; ma essi devono anche dare alla luce una persona e un cristiano “. E ha precisato che questo è un altro miracolo di Dio: “ Ma qui la gestazione è lenta, paziente, spesso sofferta, che muta negli anni e che terminerà solo in Cielo “. Aveva, in proposito, già detto il Card. Bagnasco in altro luogo: “ Educare significa “ e-ducere “, cioè tirar fuori da ciascuno la persona: il che richiede una particolare azione di cura “. L’emergenza educativa, partendo dalla famiglia, coinvolge allora momenti affettivi e morali insieme: il momento affettivo ha sempre un risvolto morale, perché il prendersi cura dell’altro comporta un’etica degli affetti. Compito della famiglia è allora trasmettere questo immenso patrimonio affettivo e morale “ di generazione in generazione “: l’espressione è ancora del Card. Bagnasco ( Lettera pastorale 2010-2011 ). Egli ha ricordato i tempi in cui la famiglia era una zona franca, un punto certo nel quale trovare attenzione e ascolto, richiamo e incoraggiamento. “ Sapevamo che, in quel grembo, qualcuno aveva fiducia in noi nonostante i nostri limiti, errori, insuccessi o paure “. E ha aggiunto: “ Era un luogo dove si scopriva il nome giusto delle cose, la distinzione tra bene e male, tra doveri e diritti: un luogo dove l’intreccio di presenza certa e di amore solido ci ricostituiva le forze “. L’emergenza educativa può adempiere il suo compito di formare una solida persona umana solo quando può contare su relazioni stabili. “ Come sappiamo, esistono tendenze che mirano a snaturare il volto della famiglia, rendendola una soggetto plurimo e ondivago, senza il sigillo oggettivo del matrimonio. Si vuole far accreditare culturalmente situazioni dove i rapporti si possono fare e disfare in nome dell’autenticità dei sentimenti o addirittura del bene dei figli “. Ma si è chiesto: “ Una realtà incerta e variabile può dare sicurezza? E i figli non hanno forse diritto a qualunque sacrificio pur di tenere salda la coppia e la famiglia? “. Il Card. Bagnasco, a questo punto, si è rivolto a coloro che ricoprono carche pubbliche: “ Per questo lo Stato, che di per sé deve difendere e costruire il bene comune, ha il compito grave di salvaguardare e promuovere il bene primario della famiglia, per cui un uomo e una donna si scelgono nell’amore e si consacrano totalmente e per sempre l’uno all’altra con il vincolo del matrimonio “. E ha ammonito: “ Chi ha responsabilità della cosa pubblica deve saper guardare lontano, alle conseguenze delle proprie decisioni, se non vuole porre premesse disgregative della stabilità futura, sia delle persone che della società “.
La Messa Pontificale.
Il giorno della Apparizione, in una mattinata soleggiata, in comunione spirituale con tutti Santuari della Guardia del mondo, alla presenza dell’Arcivescovo, Card. Angelo Bagnasco, e del Vescovo Ausiliare, Mons. Luigi Palletti, delle autorità cittadine, della banda di Ceranesi, delle Confraternite coi colossali Cristi, di numerosi sacerdoti e religiosi e di migliaia di fedeli di tutte le età che continuavano a salire qui da ogni parte della città, alcuni anche a piedi e in bicicletta, il Rettore del Santuario, Marco Granara, ha dato lettura dell’atto del Notaio Badaracco che attesta i fatti dell’apparizione. Dopo la Supplica, è iniziata la processione al Santuario con l’arca e lo stendardo della Madonna, mentre veniva devotamente recitato il rosario e venivano intonati canti mariani. Ha fatto seguito la Messa pontificale, presieduta dal Card. Bagnasco e con la partecipazione del Vescovo Ausiliare in cui è stato ricordato dal Rettore che cinque anni fa proprio in questo luogo fu annunciata dal Card. Bertone la nomina ad Arcivescovo di Genova dell’allora Mons. Bagnasco, che, commosso, ha ringraziato la Madonna della Guardia. Durante l’omelia, il Card. Bagnasco è ritornato sulla sfida educativa. Egli è partito da Maria: “ Siamo qui per la solennità della Madonna della Guardia che dal 1490 guarda la nostra Città e dalla Città è guardata “. Ha contemplato, quindi, Maria educatrice del Figlio Gesù: “ Eleviamo gli occhi alla venerata effigie e chiediamo: che cosa hai da dirci quest’anno? “. E ne ha tratto ispirazione: “ Lei sembra volerci parlare della sua esperienza di Madre, Madre. Sembra che voglia parlarci del suo compito di crescere il piccolo Gesù che, in quanto vero uomo, ha avuto bisogno di tutto, anche di essere educato secondo la tradizione della sua famiglia, del suo villaggio, del suo popolo “. Il Card. Bagnasco è andato subito con la memoria ai giovani: “ E quanto ci sia bisogno di educarci e di educare tutti lo vediamo. I due milioni di giovani giunti a Madrid per la Giornata Mondiale della Gioventù sono una buona notizia per il mondo “. Egli ha constatato: “ I giovani non vogliono essere ingannati: sanno che la vita non è di chi se la gode, di chi è più scaltro e forte, di chi ha la strada spianata; e che il successo del potere e dell’affermazione personale – anche a prezzo della propria onestà – non porta lontano “. Così ha continuato con sempre maggior vigore: “ Nonostante turbolenze e cadute, il giovane sa che la strada della realizzazione e della gioia sta da un’altra parte, quella del dovere e del sacrificio, della famiglia stabile e feconda, di rapporti veri. Intuisce che nulla è così triste quanto una vita vuota e priva di senso “. E ne ha tratto un monito per gli adulti: “ Di fronte a queste attese, il mondo degli adulti non può rimanere indifferente e inerte, tanto meno lo possiamo noi cristiani “. Da Maria è arrivato a Gesù, secondo l’antico motto “ Ad Jesum per Mariam “: “ Nel Signore Gesù – cristiani o meno – troviamo il pedagogo migliore, il paziente Maestro della nostra mai conclusa crescita. Veramente Gesù è la verità, la via, la vita dell’uomo! “. In questo senso, il Card. Bagnasco ha desiderato accennare a un altro grande soggetto che partecipa, a suo modo, all’opera educativa della gioventù: la società. “ Se i giovani cercano dei punti di riferimento veri, ai quali poter guardare con fiducia e, in qualche misura, anche affidarsi davanti alla vita, comprendiamo quanto sia necessario e auspicabile che l'intero corpo sociale diventi un soggetto affidabile e vero, dove l'apparenza, il raggiro, la corruzione non la spuntano, e la disonestà non è la regola esibita e compiaciuta “. Il Card. Bagnasco ha approfondito la sua analisi: “ La questione morale in politica, come in tutti gli altri ambiti del vivere pubblico e privato, è grave e urgente e non riguarda solo le persone ma anche le strutture e gli ordinamenti “. E ha aggiunto: “ C’è bisogno di una grande conversione culturale e sociale e coloro che hanno particolari responsabilità rispetto alla vita pubblica, ma anche quanti hanno poteri e interessi economici, ne hanno il dovere più degli altri, sapendo che, attraverso il loro operare propongono modelli culturali destinati a diventare dominanti “. Il Card. Bagnasco non ha mancato di rilevare: “ Nessuno può negare l’impegno generoso e la rettitudine limpida di molti che operano nel mondo della politica e della pubblica amministrazione, dell’economia, della finanza e dell’impresa; a loro va rinnovata stima e fiducia “. Egli ha anche indicato gli strumenti di questa grande conversione culturale e sociale: “ Non si tratta in primo luogo di fare diversamente, ma di pensare diversamente, in modo più vero e nobile se si vuole purificare l’aria, e i nostri giovani non siano avvelenati nello spirito “. Ha proseguito: “ So bene che il compito è arduo perché si tratta di intaccare consuetudini e interessi vetusti, stili e prassi lontani dall'essenziale e dalla trasparenza, dal sacrificio e dal dovere, ma è possibile perché la gente lo chiede e perché è giusto “. E ha concluso con una preghiera: “ La Santa Vergine della Guardia ci benedica e ci accompagni in questa impresa che non ammette ritardi e pigrizie “.
La Messa del pomeriggio.
Alla Messa del pomeriggio il bel tempo ha consentito l’afflusso di nuovi fedeli, in un clima non così solenne come quello del mattino, ma più semplice e raccolto. In questo clima, il Card. Bagnasco ha accennato a un “ particolare luogo educativo che la Chiesa da sempre sollecita e offre all’impegno delle giovani generazioni “: il servizio della carità. Il suo pensiero è tornato ancora una volta ai giovani: “ Il 22 aprile del prossimo anno vi sarà la prima Convocazione diocesana degli adolescenti “. Il Card. Bagnasco ha sottolineato: " Le opere di carità non devono surrogare la giustizia sociale che è scopo della vita politica, ma sappiamo che l'amore sarà sempre necessario, anche nella società più giusta e organizzata ". E ha aggiunto: " Se da una parte la Chiesa ha sempre sollecitato un giusto ordinamento dello Stato e della società, dall'altro non ha mai mancato di promuovere l'attività caritativa. Nessuna buona legge, infatti, può assicurare l'amore nel cuore dei cittadini. Questo è un tesoro di ordine diverso, che sfugge a ogni ordinamento, pur necessario “. L’Arcivescovo ha rimarcato il significato cristiano della carità: “ La missione della Chiesa è annunciare Gesù, il Figlio di Dio che salva l'uomo nella sua interezza: per questo, insieme all'evangelizzazione, la Comunità cristiana promuove e organizza ogni servizio che aiuti l'uomo nei vari ambiti della vita “. E ha ricordato le parole di Gesù: “ Non di solo pane vivrà l’uomo “. Per questo, egli ha rilevato che le opere di carità nascono tutte dal cuore di Cristo. Il Cardinale ha anche ricordato in concreto i luoghi di esercizio della carità, che egli ha definito una palestra educativa teorica e pratica di grandissima efficacia: " Le Parrocchie, le molte Aggregazioni ecclesiali, le diverse Istituzioni – insieme alle realtà di volontariato civile – esprimono luoghi di incontro, di ascolto, di intervento per chi attraversa ore difficili. Nessuno dei nostri giovani, che passi da queste scuole di vita, rimane come prima: qualcosa cambia per sempre nella sua anima ". Egli ha precisato: “ Ogni opera concreta, dunque, è segno e ammaestramento, è annuncio e scuola, è soccorso e profezia “. Egli ha concluso l’omelia con un’invocazione: “ Chiediamo alla Madonna della Guardia che la tradizione di carità non venga mai nella nostra Diocesi, nella Chiesa italiana “.
PierLuigi Pastorino