domenica 7 settembre 2008

FESTA della GUARDIA 2008

Madonna della Guardia, prega per Genova e per il mondo intero.
La novena.
I festeggiamenti in onore della Madonna della Guardia quest’anno sono stati preceduti da una novena molto intensa, articolata in Lodi, Messa e Rosario quotidiani. Essa ha avuto come momento centrale l’incontro-dibattito del pomeriggio guidato dal Rettore del Santuario, Mons. Marco Granara, dalle 15 alle 16,45 sotto gli alberi del piazzale per ragionare sul tema della famiglia “ in gruppo, alla buona, come un tempo faceva Gesù, che fosse sotto gli alberi o giù al porticciolo o su una barca o a cena dagli amici, sempre a disposizione per arrivare al cuore dei problemi ”.
Sono stati affrontati diversi aspetti della vita familiare, anche sulla base dell’esperienza del Punto Famiglia, il centro d’ascolto inaugurato esattamente due anni fa nel piazzale a lato della Basilica: educazione, fecondità, integrazione, fedeltà, valori, prendendo anche spunto dalla vita dei Santi del giorno, come Monica con la sua esperienza educativa e il figlio Agostino col suo cammino di ricerca. Ne è risultato il divario quasi costante tra la famiglia come l’ha voluta Gesù, attento all’anima, per la formazione intellettuale e spirituale della persona, e quella che si manifesta nella realtà sociale, pronta a inseguire obiettivi, spesso imposti da persuasori occulti, che si propongono come nuovi educatori con altri valori, come il successo, la forza, la bellezza.
La processione.
La sera di giovedì 28 agosto, vigilia della Festa della Madonna della Guardia, si svolgeva, a partire dalle antiche Fonti delle acque minerali, la processione verso il Santuario, che si snodava, in una faticosa salita, per alcuni chilometri.
La processione era presieduta dall’Arcivescovo di Genova, Card. Angelo Bagnasco, con la partecipazione del Vescovo Ausiliare, Mons. Luigi Palletti, e allietata dalla presenza del giovane Vescovo eritreo Mons. Kidane Yebio, eparca della diocesi di Kerem: erano presenti anche molti religiosi e fedeli, tra cui moltissimi giovani e numerose famiglie.
Il sole ormai volgeva al tramonto e, con i suoi giochi chiaroscurali, diffondeva i suoi raggi, dalle montagne all’intorno, alle sempre animate valli sottostanti, mentre, in lontananza, la giornata ancora limpida lasciava intravedere la città circondata dal suo mare: da lassù, sembrava che anche Maria volesse farsi presente in modo sensibile, per assicurare la sua protezione, come in un abbraccio, all’intera Genova che, da questi luoghi a Lei sacri, era pronta a renderle grazie nell’anniversario dell’Apparizione.
Come ha rilevato il Card. Bagnasco, il sacrifico del pellegrinaggio a piedi ricorda che tutto ciò che è buono e bello si deve conquistare con decisione e impegno, senza arretrare davanti alle difficoltà e alle prove, neppure di fronte a possibili sconfitte.
Genova sa – ha egli aggiunto – che alla sua grandezza spirituale, morale ed economica ha contribuito il duro lavoro di ognuno, ma anche la capacità di stringersi gli uni agli altri, come bene esprimono i nostri vicoli, in quello spirito di solidarietà umana e cristiana, in quella collaborazione di squadra, di concretezza, senza il quale una città non vive e non prospera, anzi declina.
La processione si è articolata in sette tappe fondamentali, scandite dalla recita del rosario e da canti mariani, ripercorrendo l’itinerario spirituale dell’umile pastorello Benedetto Pareto di fronte all’evento dell’apparizione avvenuta su questi luoghi oltre cinquecento anni fa, ma che – come ha spiegato il Rettore del Santuario, Mons. Marco Granara – corrisponde all’itinerario spirituale di ognuno di noi. Esso inizia con la chiamata del Signore, una sorta di nostalgia del divino scritta nel cuore dell’uomo. Maria, infatti, disse a Benedetto: “ Accostati a me e non temere che sono io la Madre di Gesù ”; il che ricorda il “ Sono io, non temete “ di Gesù ai discepoli. Si svolge tra le difficoltà dell’ambiente: “ Sentendo sua moglie questo, lo riprese e dissuase “; il che ricorda nel Vangelo il “ Venne tra la sua gente e i suoi non lo accolsero “. Segue la rassicurazione di Maria: “ Non temere “, del tutto simile alla frase di Gesù: “ Sarò con voi tutti i giorni, sino alla fine “. E si conclude con la decisione di Benedetto: “ Farò quanto vi ho promesso “, come un’eco delle parole di Pietro: “ Da chi andremo, Signore? Tu solo hai parole di vita “.
Verso la fine della processione, mentre si faceva buio, nei pressi della Cappella dell’Apparizione, è stato consegnato a ciascuno un piccolo cero spento, che il Cardinale ha acceso con una fiamma attinta all’interno della Cappella, un gesto simbolico che voleva significare la luce della fede che ha illuminato Benedetto e illumina ancora la nostra vita.
La Messa della Vigilia.
Al termine del pellegrinaggio, durante la Messa della vigilia, il Card. Bagnasco ha voluto affidare al cuore di Maria i nostri sacerdoti. Ha constato che quest’anno il Signore ha chiamato a sé non pochi di loro, malati e avanti negli anni, ma anche confratelli che erano in piena attività pastorale. Le vie di Dio – ha commentato – non sono le nostre vie, come ricorda l’Antico Testamento, e noi, alla luce di Cristo, crediamo che vi è sempre un disegno di bene anche quando non riusciamo a comprenderlo.
Ha, poi, detto che a lungo in questi mesi ha pensato e pregato su questa situazione e che con semplicità brevemente desiderava questa sera confidare il suo animo di padre e pastore ai presenti che rappresentano l’intera famiglia diocesana.
In primo luogo ha ricordato come i sacerdoti devono essere: servi del Vangelo umili, vigilanti e generosi. Devono essere servi umili, perché così il Signore li ha voluti: la Chiesa è la loro famiglia, ma non è loro proprietà; il Vangelo è il tesoro deposto nelle loro mani di pastori, ma non è a loro discrezione. Devono essere servi vigilanti, perché il tempo è nelle mani di Dio, che conta i nostri giorni, e la nostra patria è in Cielo: ciò libera la nostra libertà per essere, innanzitutto, – i sacerdoti – maestri di vera libertà, che è obbedienza, di fede e di amore, a Cristo e alla Chiesa. Devono essere servi generosi: non pigri e perditempo; non lenti e distratti. Lo spirito di Gesù è il grande protagonista dell’evangelizzazione e della nostra vita spirituale e della Chiesa. Ma ai sacerdoti tocca impegnare tutto il loro essere: tutto il loro tempo, tutte le loro energie, tutta la loro intelligenza, il loro cuore, la loro passione, le loro capacità, senza tenere nulla per sé, senza avarizie o lentezze.
Inoltre, il Card. Bagnasco ha ricordato che il Signore esorta i sacerdoti a stringersi maggiormente gli uni agli altri: si tratta di un avvicinamento di ordine spirituale, prima che pastorale. In forza del sacramento dell’ordine, – ha proseguito – i sacerdoti sono stati configurati a Cristo Buon Pastore, nonostante le loro povertà e le loro miserie. E’ questo vincolo specifico e indissolubile che lega i sacerdoti tra loro e che deve essere da loro stessi vissuto sempre meglio come una lieta responsabilità. La fraternità presbiterale, che nel vescovo diocesano ha il suo principio e il suo fondamento, – ha ammonito – li deve condurre a portarsi reciprocamente ogni giorno nella preghiera, a valorizzarsi nei talenti che Dio ha dato a ciascuno, a sostenersi con la parola anche davanti agli altri, ad aiutarsi con la collaborazione pastorale, sempre più necessaria, a soccorrersi nei bisogni personali, a stimolarsi verso la santità con l’esempio e, all’occorrenza, con una parola di fraterna correzione.
Il Signore Gesù – ha aggiunto il Cardinale – sollecita i sacerdoti a promuovere una maggiore collaborazione dei laici. “ Lo spirito distribuisce doni e carismi nella sua Chiesa: basta guardarci attorno e con prudenza discernere, ma anche con umiltà chiedere ai laici partecipazione e collaborazione “. La Chiesa – ha precisato – è una comunità dove tutti hanno pari dignità, quella dei figli di Dio, e diversità di compiti: il ministro è padre e pastore della comunità che il vescovo gli ha affidato; è, quindi, il centro che indica il vero centro, che è Cristo Eucarestia.
Il servizio laicale della Chiesa – ha considerato – non è dolorosa necessità della penuria del clero, ma è conseguenza del battesimo e della cresima ricevuti, che abilitano a essere protagonisti vivi della vita della Chiesa e testimoni convinti nel mondo. Certamente, il numero ridotto dei sacerdoti richiama, in modo più evidente e cogente, la partecipazione attiva dei laici, ricordando anche a loro quanto detto per i sacerdoti.
Infine, il Card. Bagnasco ha sottolineato l’importanza del grande bene del sacerdote nella Chiesa, come ha ricordato Benedetto XVI a Bressanone nell’incontro con il clero: senza sacerdote non vi è Eucarestia, non vi è perdono dei peccati e, senza questo, non vi è comunità cristiana. “ Non dobbiamo fantasticare situazioni diverse: il sacerdote sarà sempre punto fermo e indispensabile nella vita della Chiesa; dobbiamo, quindi, crescere nella stima e nell’amore verso di lui, come vedo spesso nella visita pastorale “.
Per questo ha chiesto di intensificare la preghiera e il sacrificio personali, in particolare con l’adorazione eucaristica e comunitaria, da farsi in tutte le parrocchie e in tutti gli istituti religiosi maschili e femminili della diocesi, almeno una volta alla settimana, per le vocazioni, in ginocchio davanti a Gesù Sacramentato: “ Una diocesi eucaristica sarà una diocesi ricca di vocazioni, sacerdotali, missionarie e religiose “.
La Messa Pontificale.
La splendida giornata della solennità della Madonna della Guardia è iniziata col saluto di pace del Card. Bagnasco ai fedeli collegati da tutto il mondo col Santuario alla Cappella dell’Apparizione. Quindi, Mons. Marco Granara, – alla presenza del Cardinale, del Vescovo Ausiliare Mons. Palletti e di Mons. Kidane Yebio, delle autorità cittadine, della banda di Ceranesi, delle Confraternite coi colossali Cristi, di numerosi sacerdoti e religiosi e di migliaia di fedeli di tutte le età che continuavano a salire qui da ogni parte della città – alcuni anche a piedi – ha dato lettura dell’atto del Notaio Badaracco che attesta i fatti dell’apparizione.
A questo punto è iniziata la processione al Santuario con l’arca e lo stendardo della Madonna, mentre veniva devotamente recitato il rosario e venivano intonati canti mariani sulle note della banda. Ha fatto seguito la Messa pontificale, presieduta dal Card. Bagnasco e con la partecipazione del Vescovo Ausiliare e di Mons. Kidane Yebio, in cui è stato ricordato dal Rettore che due anni fa proprio in questo luogo fu annunciata dal Card. Bertone la nomina ad Arcivescovo di Genova dell’allora Mons. Bagnasco, che, commosso, ha ringraziato la Madonna della Guardia che qui lo vide bambino coi suoi genitori.
Nell’omelia, il pensiero del Cardinale si è esteso al mondo. Quest’anno – ha esordito – il nostro pellegrinaggio è segnato da una particolare preoccupazione: la Madonna della Guardia guarda Genova; ma guarda anche il mondo.
“ In questo momento le tensioni sono molteplici e gravi: mi riferisco, soprattutto, alla situazione del Caucaso, che ha messo in seria difficoltà le relazioni est-ovest, riesumando fantasmi che speravamo sepolti per sempre “.
Ma ha aggiunto che vi sono tante altre situazioni, dimenticate e per nulla risolte, di guerre locali, di conflitti e di ingiustizia, in tante parti del mondo, a partire dal continente africano. I mezzi di comunicazione – ha aggiunto –, di solito, non ne parlano; ma i missionari, religiosi e laici, là vivono ogni giorno insieme alle popolazioni colpite, insieme alla povera gente che, come sempre, è la più esposta, soffre e muore.
Che cosa possiamo fare noi? – si è domandato il card. Bagnasco.
Qui, ai piedi della S. Vergine, – ha prontamente risposto – il nostro primo compito è pregare: pregare seriamente, e fare penitenza; offrire alla Madonna per i troppi nostri fratelli che vivono la brutalità delle guerre i nostri sacrifici, le rinunce a piccoli benesseri perché, nell’economia della grazia e della comunione dei Santi, possano sollevare i gravissimi disagi ai quali tanti fratelli sono sottoposti. E, poi, occorre partecipare a quanto la “ Caritas “ nazionale, attraverso le “ Caritas “ diocesane, sta operando per portare in quei territori i soccorsi di prima necessità: speriamo che l’opinione pubblica, sempre così pronta ad essere visibile e rumorosa in occasioni simili, si mostri altrettanto presente ed efficace.
Ma – ha egli rilevato – vi è anche un’altra situazione molto triste di sofferenza e di morte, sulla quale ha detto di non sentire particolari reazioni di sincero sdegno, di condanna chiara e di richiamo forte: le persecuzioni sanguinose contro i Cristiani in alcuni Paesi del mondo. La libertà religiosa – ha ammonito – è un diritto umano preciso, che fa parte della Carta dei diritti universali; dovrebbe ormai appartenere alla coscienza dell’umanità, ma così, purtroppo, non è, perché non tutto ciò che è scritto sulle Carte, anche le più solenni, è scritto anche nelle menti e nei cuori.
La Chiesa – ha constatato – non ha paura delle persecuzioni, comunque si presentino: fanno parte della fede; duemila anni di storia ne sono segnati in modo luminoso, ricordando le parole di Tertulliano: “ Sanguis martirum semen Christianorum “.
Ma – ha aggiunto – non possiamo non alzare la voce, come ha fatto il Santo Padre Benedetto XVI, e dire che è ingiusto, e che la libertà religiosa e di culto è un diritto per tutti, nel rispetto della sicurezza sociale. Se la giustizia è – come ricorda S. Tommaso – “ dare a ciascuno il suo “, essa comincia proprio dal riconoscere questo fondamentale diritto: il diritto alla libertà religiosa, fonte di ogni altro.
Il Cardinale ha espresso alla Madonna della Guardia il comune desiderio di giustizia e di pace per noi, per le nostre famiglie e per quelle terre oggi particolarmente ferite; ha affidato a Lei i nostri fratelli che vivono le sofferenze delle guerre e i loro morti, chiedendo per i responsabili delle nazioni onestà e saggezza.
La Messa del pomeriggio.
Nella Messa del pomeriggio, non così solenne come quella del mattino ma parimenti raccolta, il Card. Bagnasco ha inteso affidare alla Madonna, in modo particolare, il prossimo piano pastorale – che, essendo triennale, è quello dell’anno scorso e che sarà quello dell’anno ancora successivo – e che ha al suo centro la famiglia, che ha definito “ la grande realtà insidiata dei nostri tempi, il tesoro perenne, permanente dell’umanità intera, non solo della Chiesa “.
In Italia, dal Nord al Sud, – ha egli constatato – nonostante tutto, il senso della famiglia è ancora molto diffuso e molto radicato; per questo, egli ha esortato i fedeli a non imitare nessuno, ma a restare bene ancorati alle tradizioni più vere, più grandi, più nobili, per il bene nostro e come esempio per tutti.
Ha quindi affidato alla Madonna le famiglie della nostra diocesi, in particolare le più giovani e quelle che stanno attraversando qualche difficoltà particolare. Maria, infatti, – ha rilevato – a Nazareth era la sintesi, il perno della Sacra Famiglia, come ogni mamma, come ogni sposa, è perno, è cuore della famiglia, con quelle doti di sensibilità, di attenzione, di preveggenza, di determinazione, di spirito di sacrificio che, senza volere diminuire niente a nessuno, sono insiti nel cuore della donna, perché la maternità è la sua.
Ha poi dichiarato che il piano pastorale prevede la promozione della famiglia, la sensibilizzare culturale al valore insostituibile e ineguagliabile insito nella famiglia fondata sul matrimonio e, soprattutto, al dono dei figli, frutto dell’amore, futuro della Chiesa e della società intera, cercando modi nuovi – se esistono – o, comunque, di consolidare e motivare quelli che già stiamo percorrendo, sull’esempio di tutte le diocesi del mondo.
Ha esortato i genitori a non temere nulla rispetto all’educazione dei figli: tutto ciò che essi seminano di buono, di fede, di preghiera, di esempio, di Vangelo non va perduto; prima o poi germoglierà: ne sono testimoni i sacerdoti e anche tanti devoti.
E’ passato, quindi, a una considerazione di carattere più generale sui tanti fatti di violenza, di sopraffazione che in questi ultimi tempi vedono protagonisti, non di rado, purtroppo, anche minorenni. In proposito, ha commentato che, se è giusto che si mettano in atto dei provvedimenti – perché giustizia, prevenzione e repressione sono necessari per la convivenza sociale –, questi non sono tuttavia sufficienti, perché si tratta di fatti che indicano un gravissima povertà culturale, un enorme e dilagante vuoto interiore, una sterminata noia dello spirito, una grande malattia dell’anima.
E’ questo il punto: il rimedio è quello educativo, è quello della formazione morale, spirituale, intellettuale, in una parola la formazione dell’anima, perché il vuoto conduce alle cose più terribili. E’ l’emergenza educativa di cui il Santo Padre parla frequentemente, come un allarme per l’Occidente, in modo particolare, e per la nostra Europa, in modo ancora più urgente; ed è su questo versante dell’educazione e dell’istruzione che tutti i soggetti responsabili devono mettersi insieme e, nel rispetto dei propri compiti e delle proprie funzioni, operare per il bene dei nostri giovani.
Noi Chiesa – ha ricordato – abbiamo duemila anni di storia educativa, formativa; e cercheremo sempre più di essere all’altezza per aiutare i genitori che sono i primi e insostituibili educatori dei figli e che devono essere incoraggiati, perché sono troppo spaventati di fronte al compito educativo, che è straordinariamente difficile. Occorre anche aiutare la scuola, soprattutto le scuole cattoliche che da secoli, per non dire da millenni, hanno svolto e costruito un patrimonio culturale, spirituale, religioso e sociale incommensurabile che non possiamo vedere sperperato per motivi puramente organizzativi ed economici. Tutti i soggetti educativi, tutti i soggetti responsabili, anche i mezzi di comunicazione, – ha concluso il Cardinale – hanno una gravissima responsabilità educativa verso i nostri giovani.
Questi giorni di festa in onore della Madonna della Guardia, in questo Santuario carissimo non solo a Genova a ma all’intera Liguria, sono stati ancora una volta la testimonianza di come il popolo della nostra terra abbia nel cuore Maria Santissima, quanto la devozione sia radicata nel cuore della nostra gente, perché Maria è la Madre di Dio ed, essendo la Madre di Dio, noi tutti, con la semplicità e la profondità della fede, ci sentiamo suoi figli, e lo siamo realmente. Così il Card. Bagnasco ha potuto constatare con soddisfazione e ha concluso sollecitando a coltivare questa devozione dovunque e sempre.
PierLuigi Pastorino