domenica 25 maggio 2008

VISITA di PAPA BENEDETTO XVI alla GUARDIA

Il Papa Ratzinger alle radici della spiritualità mariana in un luogo di fede simbolico legato al nome Benedetto.
Alle 20,17 di sabato 17 maggio 2008 Papa Benedetto XVI è partito in elicottero dalla Darsena di Savona e ha raggiunto l’aeroporto di Genova “ Cristoforo Colombo “: di qui – annullata la programmata prosecuzione in elicottero fino al Santuario della Guardia a causa della nebbia – egli, dopo aver percorso sulla Mercedes blu targata SCV 1 un tratto dell’autostrada A/7, rimasta per l’occasione chiusa al traffico, è uscito dal casello di Bolzaneto e ha, quindi, raggiunto alle ore 21,45, con un’ora circa di ritardo rispetto all’orario previsto, a causa del maltempo, il piazzale laterale del Santuario. Anche questo tratto di strada, ripido, stretto e tortuoso, è rimasto eccezionalmente chiuso al traffico.
Erano ad accoglierlo, oltre a numerosi fedeli che festosamente gridavano “ Viva il Papa “, le autorità civili e religiose. Erano, in particolare, presenti: il Presidente della Regione Liguria Claudio Burlando; il Presidente della Provincia di Genova Alessandro Repetto; il Sindaco di Ceranesi Omar Calorio; il Sindaco di Genova Marta Vincenzi; l’Ambasciatore italiano presso la Santa Sede S.E. Antonio Zanardi Landi; il Vescoovo Ausiliare della Diocesi di Genova Mons. Luigi Palletti; il Rettore del Santuario della Guardia Mons. Marco Granara; il Vice-Rettore don Pierluigi Parodi.
Dopo la cena preparata da ristoratori genovesi, il Papa si è ritirato nella stanza preparatagli al terzo piano dell'edificio del Santuario, in cima alla bassa torre sulla navata destra, dove hanno dormito tutti gli arcivescovi genovesi.
Il giorno successivo, la visita di Papa Benedetto XVI al Santuario della Guardia, durata non più di venti minuti, è stata la più breve tra le cerimonie della sua domenica genovese, ma, dal punto di vista spirituale, è stata certamente la più intensa, come egli stesso ha lasciato intendere prima della recita dell’ “ Angelus “ in Piazza Matteotti: “ Il mio pensiero ritorna naturalmente al Santuario di Nostra Signora della Guardia, dove questa mattina ho sostato in preghiera “.
Ben dovevano immaginarlo i numerosi fedeli perché - appena si è aperta di buon mattino - la Basilica già a stento riusciva a contenerli tutti: terminata la prima messa, alle nove in punto la loro emozione si è tradotta in un grande applauso quando, dopo la lunga attesa, è come apparso il Santo Padre seguito dal suo segretario, Mons. George Genswein, da visi noti come il Card. Tarcisio Bertone, il Card. Angelo Bagnasco, i Vescovi liguri, nonché da molti altri prelati della curia romana, tra cui Mons. Guido Marini, maestro delle cerimonie pontificie, mentre il Rettore, Mons. Marco Granara, visibilmente commosso, era pronto ad accogliere tutti.
“ Pietro – aveva avvertito il Card. Bagnasco nell’ultimo pellegrinaggio mensile al Santuario della Guardia – sta per arrivare a Genova, sta per venire da noi, con tutta la dolcezza e con tutta la forza del carisma suo della verità e della carità. Saremo noi assenti, saremo noi poco affettuosi con lui, faremo mancare a lui il segno, la presenza, l’abbraccio, la forza della nostra fede, della nostra gratitudine, del nostro affetto? Non sarà così “.
E così non è stato, nonostante la pioggia scrosciante di questi giorni, che già la sera precedente aveva avvolto, insieme alla nebbia, il Papa al suo arrivo al Santuario sulla Mercedes blu, invece che sul programmato elicottero, mentre le campane suonavano a festa in quell’atmosfera un po’ rarefatta dal traffico automobilistico completamente bloccato e dal percorso costellato dalle tende improvvisate dagli agenti della forza pubblica.
Il Sommo Pontefice – aveva ancora detto il Card. Bagnasco – è veramente colui che ha ricevuto da Cristo l’eredità di Pietro di confermare la Chiesa intera sul vero volto di Gesù: e con questo spirito i fedeli lo accoglievano in Basilica, cercando di stringergli la mano o di baciargli l’anello, mentre egli, festoso, cordialmente ricambiava dirigendosi lentamente all’altare.
Lì il Santo Padre, raccolto in preghiera, ha come attinto nuove energie alle radici della sua spiritualità mariana: la Madonna della Guardia è infatti strettamente legata al nome di Benedetto.
Benedetto è il nome di colui al quale la Madonna apparve sul Monte Figogna nel 1490; Benedetto XV fu il Papa genovese che nel 1915 conferì al Santuario il titolo di Basilica Minore e fece poi collocare nei Giardini Vaticani una riproduzione della cara effigie della Madonna della Guardia; Benedetto XVI è il Pontefice segno dei nostri tempi. E, come egli ha ricordato ancora all’ “ Angelus “, la Madonna nella sua prima apparizione alla Guardia disse a Benedetto Pareto, inquieto perché non sapeva come rispondere all’invito di costruire una chiesa in questo luogo tanto remoto della città: “ Confida in me: i mezzi non ti mancheranno. Mantieni solo ferma la tua volontà “.
Doveva essere una visita privata, e così certamente è stata, pur tra le centinaia di fedeli: un Tu per Tu di Benedetto XVI con Maria. Nessuno sa ciò che egli Le ha confidato dal segreto del suo cuore, ma, ancora una volta, l’ “ Angelus “ ci lascia trapelare qualcosa.
“ Un’antica preghiera, assai cara alla tradizione popolare, - ha egli poi detto in questa occasione - ci fa rivolgere a Lei queste fiduciose parole, che oggi facciamo nostre: “ Ricordati, o Vergine Maria, che non si è mai udito che alcuno sia ricorso al tuo patrocinio, abbia implorato il tuo aiuto, chiesto la tua protezione, e sia stato abbandonato ”.
Nell’intimità del Santuario della Guardia, chi ha avuto la grazia di esservi presente – e “ di grande grazia “ ha sempre parlato l’Arcivescovo di Genova, Card. Angelo Bagnasco, nel periodo di preparazione alla visita del S. Padre – ha colto con immediatezza questo atteggiamento spirituale di Benedetto XVI, peraltro già noto dai suoi scritti, sempre profondi e spesso teologicamente elaborati: una grande semplicità di cuore nel suo totale abbandono a Maria, che lascia l’impronta indelebile e dolce di un insegnamento, quasi materno, a imitarlo.
Riaffiorano alla mente le parole da lui pronunciate all’inizio del suo pontificato: “ Mi consola il fatto che il Signore sa lavorare e agire anche con strumenti insufficienti e soprattutto mi affido alle vostre preghiere, nella gioia del Signore risorto, fiduciosi del Suo aiuto permanente. Andiamo avanti; il Signore ci aiuterà, e Maria, Sua Santissima Madre, sta dalla nostra parte “.
Nel silenzio di questo monte, luogo privilegiato dalle apparizioni mariane, a diretto contatto col divino e lontano dalle suggestioni del mondo, Papa Benedetto ha direttamente percepito Genova nella sua realtà religiosa, nel tempo e nello spazio: nel tempo, col suo ricco bagaglio di santità, ora – divenuta città multietnica – tutta protesa verso il futuro; nello spazio, perché – porta del Mediterraneo, come l’ha definita nei successivi incontri della giornata – è naturale punto di confluenza tra l’Europa, innestata nelle sue radici cristiane, e il resto del mondo per dare sbocco alla sua connaturale vocazione missionaria.
Ricordava spesso il Card. Siri da questi luoghi che Maria ha sempre scelto per le su apparizioni l’intimità di un monte e soleva aggiungere che la sua altezza ci fa rivolgere lo sguardo verso i valori più elevati, verso Dio. Anche nella Bibbia il monte è luogo privilegiato dell’incontro col Padre, simbolo della fedeltà del Signore, prescelto dallo stesso Gesù in momenti importanti o cruciali o, semplicemente, per sentirsi più vicino a Lui. Recita il Salmo: “ Alzo gli occhi verso il monte; il mio aiuto verrà dal Signore “ ( Salmo 121 ).
E’ indubbiamente con questi sentimenti che il Sommo Pontefice ha compiuto il suo atto successivo al Santuario della Guardia: il dono di una rosa d’oro - simbolo di un amore grande, come rilevava il Card. Bagnasco nell’ultimo pellegrinaggio al Santuario; antico riconoscimento che i papi conferivano a regine o imperatrici che si erano distinti per particolari meriti nei confronti della cristianità o dei popoli o anche a Santuari rinomati e celebri, come ha ricordato con emozione il Rettore Mons. Granara.
La rosa, di grandezza naturale, sul suo stelo e col bocciolo semiaperto, è stata collocata dal Santo Padre sull’altare e lì è rimasta durante tutta la cerimonia, fiore straordinario così sbocciato nel mese di maggio al Santuario della Guardia.
Il Card. Bagnasco, a sua volta, gli ha consegnato il regalo del Santuario: una cartellina in pelle bianca con l’immagine della Madonna della Guardia in filigrana di Campoligure, una pergamena con la copia dell’atto notarile che conferma le origini del Santuario e le personali intenzioni sottoscritte dai genovesi.
Si tratta dei cinque impegni del buon cristiano. Sì, - aveva scritto su un volantino Mons. Marco Granara - la Madonna conta su di te per “ ricostruire “ coscienze, famiglie, ambienti, come contò su Benedetto Pareto. Se per questo impegno pensi di poterti impegnare su questi 5 punti …
Molti vi hanno aderito, e quell’impegno è stato ora consegnato nelle mani del Santo Padre: impegno a crescere nella vita di Fede nella propria comunità cristiana e a testimoniarla in coerenza di vita; a pregare, leggendo il Vangelo ogni giorno; a far conoscere la Madonna, il suo Santuario e le sue proposte di bene; a promuovere pellegrinaggi di amici alla Guardia; a tenere gli occhi aperti ( “ Osservatorio “ ), a pregare per la tua gente vicina ( “ Oratorio “ ), a rimboccarsi le maniche ( “ Laboratorio “ ) soprattutto per la ricostruzione con Maria della Famiglia.
Benedetto XVI ha quindi recitato una preghiera alla Madonna della Guardia, da lui composta davanti alla cappella della Guardia collocata nei Giardini Vaticani, dove quotidianamente egli conclude la recita del Rosario.
“ O Vergine Maria, che dall’alto del tuo Santuario vegli su questo popolo a Te devoto, benedetta sei Tu fra le donne e benedetto è il frutto del tuo seno Gesù “, ha egli esordito, riaffermando il legame, in cui sembrava riconoscersi, tra il nome di Benedetto e la Madonna della Guardia.
“ A Te, Santa Vergine della Guardia, all’inizio del nuovo millennio, la Città di Genova rinnova il suo affidamento, memore delle sue avite tradizioni di limpida fede, di intraprendenza operosa, di magnanima carità “ è stato il momento centrale della sua preghiera.
Egli si è posto, in tal modo, sull’esempio del suo predecessore, Papa Giovanni Paolo II, che durante la sua seconda visita pastorale a Genova del 14 ottobre 1990, in occasione del quinto centenario dell’apparizione, così affidava la città a Maria: “ O Vergine gloriosa e benedetta, grande Madre di Dio, Maria Santissima, rivolgi il tuo sguardo su questo popolo, che, incoraggiato dalle parole del tuo Figlio Gesù sulla croce “ Ecco la Madre Tua “ ( Gv 19, 27 ), desidera affidarsi alla tua celeste protezione “.
Non possiamo dimenticare - in questa giornata dedicata alla SS. Trinità - le parole con cui mirabilmente l’allora Arcivescovo di Genova, Card. Giovanni Canestri, ispirandosi a S. Luigi Maria Grignon de Montfort ( “ Trattato della vera devozione a Maria “, 120 ), spiegava il significato di questo atto di affidamento: “ Chi compie l’atto di affidamento a Maria non vive, non pensa, non decide, non agisce più da solo, ma con Maria e come Maria vuole vivere, pensare, decidere e agire in Cristo, con Cristo e per Cristo a gloria del Padre nell’unità dello Spirito Santo. Quindi l’affidarci a Maria ci rende partecipi del suo stesso modo di vivere. E’ ora legittimo concludere che l’affidamento a Maria è un atto che assurge a grande importanza nella storia della nostra Chiesa particolare e può essere decisivo nella vita dei singoli e delle comunità locali “ ( Lettera Pastorale del 15 luglio 1990 ).
“ E Tu, o Vergine Santa - beata perché hai creduto alla parola del Signore - fa’ di noi altrettanti coraggiosi testimoni di Cristo “ pregava allora Papa Giovanni Paolo II. E, proseguendo nel suo insegnamento, Papa Benedetto XVI così oggi implorava, con le parole e i gesti a cui siamo ormai abituati: “ Insegnaci ad ascoltare il tuo figlio Gesù e a fare quello che egli nel suo Vangelo ci dice, per testimoniarlo con la coerenza della vita, restando liberi dalle suggestioni del mondo e aperti sempre alle interiori mozioni dello spirito “.
In questa invocazione, accompagnata dal suo sorriso dolce e composto, è racchiuso tutto l’insegnamento e l’augurio della breve ma straordinaria e indimenticabile visita di Papa Benedetto XVI al Santuario della Guardia, conclusasi con la sua solenne benedizione apostolica.
E la sua figura, al canto di “ Vergine Benedetta “, ormai solennemente sfumava e si confondeva col quadro – olio su tela ( 1,30 x 1,50 ), del pittore Giorgio Oikonomoy - donatogli dalla diocesi e che rappresenta Benedetto XVI in preghiera, intensa ma serena, con le mani giunte davanti alla Madonna, la cui veste agitata dal vento indica i problemi dell’umanità.
PierLuigi Pastorino